Tecnica propria, olio, tela; 129 x 121 cm;
firmato, datato e firmato dall'artista sul retro: WŁODZIMIERZ PALWAK / MURTI-BING PIGULES / 130 x 120 / 1991
Provenienza:
collezione privata, Częstochowa
Bibliografia:
Oj dobrze już, n. 9, Program Art Gallery, Varsavia 2002.
Le pillole di Murti-Bing sono in ritardo?
Murti-Bing era un filosofo mongolo che riuscì a produrre un mezzo per trasmettere una visione del mondo per via organica....Un uomo che inghiotte pillole cessa di essere sensibile a qualsiasi elemento metafisico, non considera più tali manifestazioni come eccessi selvaggi dell'arte, sperimentando una "insaziabilità della forma", come follie del passato, non considera più l'arrivo dell'esercito mongolo-cinese come la tragedia della sua civiltà, vive tra i suoi concittadini come un individuo sano di mente, circondato da pazzi....
Czesław Miłosz, "La mente prigioniera", Instytut Literacki Paris 1956 p.10
Comprendiamo in dettaglio le caratteristiche delle persone la cui identità è divorata dall'amnesia. È necessario scrollarsi di dosso il comfort, guardare fuori. La libertà non è mai chiaramente data, vuole essere conquistata e si arrende solo a chi è forte e coraggioso, rischiando tutto se stesso.
W. Pawlak
L'estratto citato proviene dalla rivista "Oj dobrze już", creata dai membri del Gruppa. Pawlak era uno dei co-redattori e nel citato numero del 2002 (che accompagna la mostra), troviamo anche una poesia del pittore scritta otto anni prima, che può essere vista come una continuazione delle sue riflessioni sull'arte e sulla libertà. In essa scrive, tra l'altro: "Chi è qualcuno. I sistemi si occupano di tutto. / Non resta che non farsi trascinare in una campagna contro i dispositivi / che ci facilitano la vita, ecc. / La materia si nasconde nelle convenzioni, nelle strutture, negli stili. / Non posso permettermi alcuna disposizione. / Non posso permettermi vincoli che escludono la libertà".
Questa impressionante composizione, unica tra le opere di Włodzimierz Pawlak proposte sul mercato dell'arte, grazie al titolo d'autore che fa riferimento al romanzo "Insaziabilità" di Stanisław Ignacy Witkiewicz, spinge l'artista a cercare ispirazione nei sistemi filosofici che creano visioni utopiche e totali del mondo ideale. Anche la composizione del dipinto e la sua data di creazione sembrano rimandare a uno dei cicli pittorici più noti e lunghi dell'artista, "Diari" (iniziato nel 1989), realizzato sulla base di forme piuttosto omogenee e ripetitive incise a fresco. Un altro elemento caratteristico è il bianco, che è stato il motivo principale delle serie di dipinti di Pawlak all'inizio degli anni Novanta e che è proseguito negli anni successivi (ad esempio, le serie "Industrial Icons" e "Painted Paintings"). In questo contesto sono interessanti i riferimenti dell'artista alle opere di Strzemiński o Malevich.
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